domenica 4 novembre 2018

Io e il Partito Democratico

Ha ancora senso l’iscrizione ad un Partito.
E se quel Partito è quello Democratico, in procinto di un Congresso nella auspicata premessa di ritrovare slancio e vigore dopo che il responso elettorale, ma ancor prima, un animo conflittuale ne ha indebolito il corpo e scosso la mente, domando, ha senso? Io credo di si. Dopo aver visto e ascoltato le parole, le bugie, le manipolazioni di una rappresentanza politica che dai più è stata giudicata nuova e per questo incaricata a Governare, mi sono convinto che è venuto il momento di metterci la faccia.
Ho guardato fuori dalla finestra al di là dei confini domestici, e osservato una Europa che è ben lontana dall’essere riconosciuta Patria se pur ne possediamo la bandiera.
La nostra Europa, progetto dei nostri padri, processo lungo e faticoso iniziato dopo la più grande tragedia bellica della nostra storia rischia di sfaldarsi negli ingranaggi dell’odio, delle paure ma anche delle ignoranze, nel senso di non conoscere la storia politica, economica, commerciale, culturale Europea.
Certo questa Europa non piace, la bandiera non basta, la moneta non basta, ma questo ci deve spingere ad andare oltre, a migliorare , a modificare, non a rinnegare e far saltare l’epica impresa dell’Unione Europea.
Vedo il caos, vivo la confusione, sono pieno di dubbi, attraversiamo un “terremoto della storia” ma proprio per questo bisogna metterci la faccia mettersi in gioco, ricercare una visione. Non facciamoci prendere dalle paure, aggiorniamo invece il nostro sistema Democratico ai cambiamenti sociali ed economici che inesorabilmente avanzano. Dignità delle genti, umanesimo, eguaglianza sono le parole che tornano a bussare alla porta del nostro tempo.
Le avevamo date per acquisite e conquistate che quelle parole sono diventate scontate e poi le abbiamo sciupate e quasi dimenticate.
Rischiamo di lasciare quelle parole fuori dalla porta e ci sono forze che spingono per chiuderla la porta.
I Partiti servono alla Democrazia come l’acqua serve alla vita.
Ho rimesso piede nel Partito Democratico. E’ il mio contributo civile ad impedire che la porta si chiuda.
Competenza, professionalità, sintonia con le aspirazioni degli italiani, selezione dei rappresentanti in base al merito sono condizioni difficili da ripristinare nell’era della corsa ai follower e al numero di clic su una piattaforma social. O della fedeltà a cerchi magici di destra e di sinistra.” Scrive Luciano Fontana in “Un Paese senza leader”. Per auspicare “l’abbandono della politica dell’istante, della frenesia del risultato immediato (misurato sul consenso televisivo o digitale), sul ring su cui ogni giorno ci devono esserci un vincitore e uno sconfitto certificato dal numero di like. Serietà è una parola cancellata dal vocabolario della leadership. Così come è scomparsa un’agenda delle priorità e delle riforme compatibili con lo stato del Paese.”
Ho preso la tessera del Partito Democratico perché ancora intravedo la giusta tensione della responsabilità e della serietà nel ricercare riforme compatibili con lo stato del Paese. Percepisco questo dai numerosi circoli e da tutti coloro che ancora vi partecipano. Ripartiamo dal basso.
Battiamoci nel pretendere e nell’agire affinché lo scopo non sia quello di piantare la propria bandierina nelle Istituzioni. Lo scopo è difendere le Istituzioni, salvaguardarle e aggiornarle. Il Partito come custode della memoria collettiva , pronto a ricordarla quando serve.
Un Partito Democratico senza presunzione e senza l’arroganza di avere soluzioni certe ma con l’umiltà dell’elaborazione, dello studio, della ricerca e infine della proposta a tutti coloro che credono che non ci sono scorciatoie ma strade da percorrere con costanza e tenacia verso un benessere sociale sostenibile.
Solo stando in Europa possiamo difenderci dalle guerre contemporanee. Sono le guerre dei dazi, delle reti tecnologiche, delle monete, degli incentivi economici. Sono guerre dove certo non si spara ma gli effetti sono ancor più feroci quando intaccano la dignità della persona e l’economia civile e democratica.
Il sovranismo e il populismo che avanza sono il grande inganno contemporaneo.
Non voglio passare per l’ingenuo o per colui che addormentatosi sul comodo divano si trova poi ad essere svegliato violentemente con il sedere a terra.

Gigi Malerba

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