sabato 17 novembre 2018

Segreteria provinciale: lista "Partito, Brianza, Futuro" (Pietro Virtuani)

Partito, Brianza, Futuro

Candidato a segretario provinciale: PIETRO VIRTUANI


1. Introduzione
2. Un’idea di Partito
3. Un’idea di Brianza
4. Un’idea di Futuro
Partito, Brianza, Futuro





1. Introduzione
Cinque anni fa ho avuto l’onore di essere eletto Segretario provinciale e di guidare la Federazione di Monza e Brianza per questi cinque anni. Sono stati gli anni della prima esperienza di governo del nostro Partito, della Brianza amministrata a larghissima maggioranza dal PD, gli anni in cui abbiamo cercato di essere una comunità politica coesa e utile al nostro territorio e al nostro paese. Sono stati anni belli e faticosi, trascorsi frequentando i circoli del nostro partito, incontrando amministratori e militanti, rivendicando le priorità del nostro territorio (dall’impegno a fianco delle crisi aziendali, all’attenzione al tema delle infrastrutture e trasporti, dalla gestione dei servizi pubblici locali sui quali fare rete nel nostro territorio, alla lotta per la tenuta della Provincia in una fase di grandi cambiamenti) e cercando di trasformare alcuni temi brianzoli in temi nazionali. Sono stati anni in cui abbiamo colorato la nostra Provincia di tantissime iniziative, perché siamo sempre stati convinti che l’approfondimento fosse la miglior propaganda, che la discussione fosse il valore aggiunto del PD, che il confronto fosse l’unica strada possibile per arrivare a una decisione consapevole e condivisa. Sono stati anni in cui abbiamo continuato il lavoro prezioso di radicamento e rappresentanza della società brianzola, attraverso il contatto con le tantissime belle storie che ci sono in Brianza, quelle dei suoi lavoratori, dei suoi artigiani, dei suoi volontari, dei suoi imprenditori, dei suoi amministratori locali. Sono stati anni in cui abbiamo affrontato le difficoltà di un calo di iscritti che non si arresta, di rotture e lacerazioni nazionali che hanno pesato anche qui, di una riduzione drastica delle risorse a disposizione; abbiamo cercato di far fronte e di lavorare per l’unità, di trovare nuove strade, di formare una cultura politica e una classe di amministratori e segretari di circolo preparati e coesi. Sono stati anni in cui ci siamo impegnati a essere un Partito vero anche in questo nostro tempo, così segnato dall’individualismo e dalla disintermediazione, dall’antipolitica e dalla crisi dei corpi intermedi.  Mi ricandido a segretario per un nuovo mandato, forte dell’esperienza acquisita e delle tantissime cose che ho imparato, insieme a tantissime persone straordinarie che ho avuto modo di conoscere in questi anni e alle quali chiedo di fare ancora un pezzo di strada insieme. Lavoreremo confrontandoci e ascoltando sempre i nostri iscritti, i nostri amministratori e i nostri eletti; lavoreremo in tanti, all’interno di una Federazione provinciale rinnovata, guidata da una Segreteria e da una Direzione plurale, coesa, autorevole e disponibile, che sappia rappresentare e coinvolgere le tantissime belle storie che nei nostri circoli e nei nostri comuni il Partito democratico ha saputo far nascere e intercettare.



2. Un’idea di Partito
Un partito è una passione organizzata. Senza passione politica, non c’è impegno che tenga. Non è retorica, è solo un modo di voler fare le cose.

Cultura
Serve innanzitutto radicare una vera cultura democratica, la cultura dei riformisti del XXI secolo, aggiornata al tempo della vittoria dei sovranisti-populisti e della necessità di riconnetterci verso larghi strati della popolazione che oggi non credono in noi. Oggi molte persone non vedono nelle proposte del PD una soluzione ai loro problemi: non sognano con noi, non cercano in noi le risposte ai problemi che vivono e sentono, non guardano al PD come a un interlocutore e uno strumento di rappresentanza. La soluzione non è cambiare nome, ma partire dai nostri valori e avere il coraggio di provare a fare un lavoro sul medio-lungo periodo di coinvolgimento delle persone intorno alle nostre proposte. Noi non siamo quelli di “uno vale uno”, non siamo il megafono dei cittadini: siamo quella parte della società italiana che crede nel lavoro, nel merito, nella solidarietà, nella scienza, nella cultura, nei diritti. Siamo orgogliosi delle nostre idee, ma siamo anche umili e pronti ad ascoltare, comprendere, capire. Tanto sul piano nazionale, quanto su quello locale, serve che il PD sia sempre più riconoscibile con parole semplici e chiare, anche immediate: quelle che però discendono da una visione del mondo e della società, dall’orizzonte verso il quale ci proponiamo di incamminarci e di condurre il nostro paese e il nostro pianeta, che si diffonda e sappia farsi egemone e conquistare tantissimi cittadini, elettori e mlitanti. E serve anche confermare l’impegno verso il progetto del Partito democratico: la casa dei riformismi, la sintesi delle tradizioni politiche più nobili della sinistra e del centro del nostro paese, la volontà di un progetto che dal pluralismo arrivi a una sintesi e su questa costruisca una nuova identità capace di conquistare una larga parte della società italiana, nonché di essere quel fattore unificante all’interno del nostro Partito dal quale discende la coesione e il senso di unità interno.

Organizzazione
Per arrivarci, occorre una organizzazione del PD ripensata al nostro tempo. L’essere l’unica forza democratica e ancora radicata sul territorio non è solo un tratto di orgoglio, ma è soprattutto una opportunità che non sfruttiamo fino in fondo.
Occorre ridare autorevolezza agli organismi dirigenti, coinvolgendo in essi persone rappresentative, di provato valore, che pensano con la loro testa e che hanno in mente il bene del PD; chiedendo una mano diretta ai tanti amministratori che sul territorio sono riconosciuti e possono dare tantissimo alla crescita del PD; riconoscendo un ruolo a quanti hanno ricoperto incarichi importanti e oggi possono arricchirci con la loro esperienza; pervenire a una organizzazione più orizzontale e scelta dal basso, strutturando le tre zone della nostra provincia, aumentando le occasioni di incontro e lavoro comune dei circoli, lavorando concretamente come diciamo spesso che dovremmo fare: sentendo cioè il problema del comune vicino come un nostro problema, come in effetti spesso è. Occorre pensare a nuove forme di finanziamento al PD, perché molti circoli fanno sempre più fatica ad avere una sede e fare attività sul territorio: sostenere concretamente le feste, aiutare quei comuni in cui si può riprendere a organizzarle, sperimentando nuove forme di fundraising che ancora non abbiamo tentato (avvalendoci delle capacità di esperti del settore), provando laddove possibile a trasformare il patrimonio a disposizione del partito, oggi centro di spesa spesso sottoutilizzato, in centro di guadagno (dove è possibile, a seconda delle possibilità) e in luogo di incontro e di riferimento del quartiere. La forza del PD è tanto nei suoi amministratori quanto nei suoi militanti; l’impegno negli enti locali e nei circoli, l’esperienza amministrativa e l’esperienza nel Partito. Questi due aspetti sono le due facce della stessa medaglia, cioè della passione politica e dell’adesione ai valori democratici. Sono due facce che devono necessariamente stare insieme e che devono arricchirsi insieme: da un lato i temi amministrativi e le battaglie condotte dai nostri sindaci devono diventare sempre più patrimonio comune di tutto il popolo del PD, dall’altro gli amministratori devono essere sempre più protagonisti della vita del Partito.

Formazione
Allora, oltre che coesione e solidarietà, serve formazione: tanto sui temi amministrativi quanto su quelli organizzativi. Temi amministrativi: la scuola promossa in questi anni è stata una esperienza positiva per quanti l’hanno frequentata; è sicuramente un progetto da riprendere e potenziare, perché bisogna rafforzare il nostro tratto distintivo di essere un Partito animato da un’ottima classe di amministratori, perché è l’occasione per conoscersi, confrontarsi e fare gruppo, perché ci consente quel passaggio di conoscenze e cultura che permette il rinnovamento e il coinvolgimento di persone nuove. Allo stesso tempo, occorre un percorso formativo costante rivolto ai segretari e ai gruppi dirigenti del Partito: dall’utilizzo dei nuovi media alla capacità di gestire un gruppo per chi è più nuovo e sta prendendo familiarità con il nuovo incarico, da come si affrontano le campagne elettorali a momenti di approfondimento sui bisogni del territorio e su come preparare insieme una risposta.

Coraggio
Quello di cui abbiamo bisogno è di essere in sostanza più coraggiosi e di provare a pretendere un po’ di più da noi stessi: avendo fiducia nelle nostre capacità, con il coraggio di metterci in gioco, di non limitarci a gestire l’ordinario ma di sperimentare nuove strade. Coinvolgere nuovi iscritti e richiamare quelli che non vogliono più partecipare, costruire iniziative politiche che non si limitano a parlare ai soliti che ci sono sempre ma sono pensate e realizzate per arrivare al cuore dei problemi del nostro territorio, innalzare il livello del dibattito e dei nostri obiettivi, sfidare noi stessi, prenderci insieme il rischio che cambiamenti e innovazioni portano con sé, avere il coraggio di sperimentare perché per rilanciare il PD rinnovando la partecipazione e costruendo una cultura serve la capacità e l’ambizione di osare strade nuove.




3. Un’idea di Brianza
La Provincia di Monza e Brianza è la più urbanizzata d’Italia. In questi anni le nostre amministrazioni si sono fatte carico del problema, attuando (prima che intervenisse la regione con una legge che in realtà aggravava il problema) piani di sviluppo che riducevano il consumo di suolo. Il PD deve essere capace di rivendicare questo risultato, ma anche di renderlo come un tratto identitario, riconoscibile, nonché come uno dei temi in testa all’agenda dei cittadini della Brianza. Ma non solo. Serve che quando i cittadini brianzoli pensano al PD, lo associno subito a quel partito che si batte per la difesa e la valorizzazione del patrimonio ambientale, ossia per la salubrità dell’aria, per la mobilità sostenibile, per la mitigazione dell’impatto urbanistico delle infrastrutture, per la riduzione e il recupero massimo dei rifiuti, per la green economy; la Brianza del futuro deve respirare aria sana, fare dell’innovazione in campo ambientale un suo motore di sviluppo, essere il luogo in cui le sue storiche aziende pubbliche trovano nuove forme di collaborazione e unione tra loro: dopo l’ATO dell’acqua, riprendere il progetto di un ATO dei rifiuti che si costruisce dal basso, e valutare anche se è possibile immaginare sinergie tra i due settori.
Serve potenziare il trasporto pubblico, rivendicando le nostre prerogative all’interno dell’agenzia, a cominciare dal sistema degli autobus; oggi interi comuni non hanno collegamenti nei giorni festivi e fuori dagli orari delle scuole. Il TPL non è solo un sistema per evitare il collasso delle strade nel nostro territorio, ma è anche un diritto e un fattore di equità, perché può essere l’unica possibilità per quanti non hanno l’opzione con la mobilità privata. Allo stesso tempo, serve capire insieme alla città metropolitana e al comune di Milano quali nuovi servizi, dal car-sharing al bike-sharing possono essere estendibili a quella parte di Provincia più prossima; serve presidiare il tema delle infrastrutture, del prolungamento delle metropolitane, delle metrotramvie, della qualità del servizio dei treni dei pendolari.
La Brianza è una terra nella quale la cultura della sussidiarietà e la virtuosa collaborazione tra ente pubblico, associazionismo, volontariato e terzo settore ha prodotto modelli innovativi di risposta ai bisogni delle persone; dentro questo però non c’è solo un modello cui dare risposte ai cittadini, ma anche un’idea di futuro e una cultura che dobbiamo essere assolutamente capaci di rilanciare. Promuovere la cultura della sussidiarietà e della solidarietà delle persone, affermare quanto moderno sia costruire reti di protezione e controllo sociale.
La Brianza ha visto nascere al suo interno innovazioni che hanno saputo raggiungere tutto il mondo: dall’high-tech nel vimercatese, all’industria del design, alla centralità che ha ancora la meccanica nel nostro territorio. Tuttavia, abbiamo conosciuto in questi anni molti casi di chiusure e dislocazioni, rispetto alle quali la politica ha potuto ben poco, nonostante l’impegno da parte nostra tanto politico quanto nelle istituzioni, per difendere non solo l’occupazione ma una idea di territorio, di sviluppo economico e di società. Il nostro futuro non può essere quello di una grande zona dormitorio nella quale luoghi di lavoro vengono sostituiti progressivamente dai centri commerciali. La Brianza che immaginiamo è una Brianza che sa rifarsi operosa, produttiva e creativa, che sa attirare investimenti e offrire occasioni, che crea nuove reti e nuovi collegamenti tra il mondo del lavoro, il mondo della cultura e del turismo e quello della sostenibilità ambientale.
Tutto questo per dire che noi immaginiamo oggi una forte e coesa Brianza, collegata con Milano, con l’Europa, con il mondo. Il rapporto con la città metropolitana è cruciale, e proprio per questo serve rivendicare le nostre esigenze in termini di infrastrutture e priorità, avere la capacità di rafforzare sullo scenario lombardo le nostre realtà locali. Una forte Brianza capace di costruire un rapporto paritario con Milano e un suo protagonismo all’interno della Regione; una terra che riscopre se stessa, intorno ad alcuni luoghi simbolo e ad alcune tradizioni che diventano patrimonio di tutti. Allo stesso tempo, una forte e coesa Brianza passa attraverso un protagonismo della città di Monza, capoluogo della nostra Provincia, tanto in termini simbolici quanto nella capacità di diventare un punto di riferimento e un valore aggiunto per tutti i comuni della Provincia.
Una Brianza che sia anche terra di legalità e rispetto delle regole; le numerose inchieste che hanno colpito il nostro territorio hanno confermato una cosa nota da molti anni, ossia la presenza di infiltrazioni mafiose all’interno della nostra società, nonché di gruppi di potere, interesse, opacità. Occorre promuovere una cultura di legalità e rispetto delle regole, che faccia delle garanzia costituzionali un tratto distintivo, senza cedimenti a una cultura giustizialista che spesso ha indebolito le battaglie per la giustizia e il rispetto delle regole.
Dentro tutto questo percorso, gli amministratori del PD devono essere gli attori e i riferimenti principali; le amministrative devono essere il focus costante della Federazione provinciale, che deve supportare i comuni al voto attraverso formazione e consulenza nelle campagne elettorali, la realizzazione della strategia e la scelta dei temi della campagna, la coesione del circolo e la costruzione delle coalizioni, che in linea di massima si formano all’interno del perimetro di questi anni, ossia con un PD perno di una alleanza che coinvolge la sinistra di governo e si apre ai contributi di un mondo civico assolutamente prezioso e fondamentale per vincere e amministrare i nostri comuni. Questo l’impegno nei comuni, questo l’impegno nelle elezioni di secondo livello della Provincia, nella quale il PD intende continuare il percorso della lista “Brianza Rete Comune”, che prova a tradurre sul piano provinciale questa impostazione.





4. Un’idea di Futuro
Il Partito Democratico non può essere solo una forza responsabile e capace, chiamata a gestire l’ordinario. Il Partito democratico deve saper esprimere una visione di futuro, che si realizza attraverso una azione riformatrice capace di produrre un cambiamento reale. Solo così possiamo concretamente diffondere e declinare una cultura democratica, solo così possiamo tenere insieme prospettiva e concretezza, solo così possiamo praticare una azione politica che non venga percepita come calata dall’alto e distante dalla società. Il tempo in cui viviamo è un tempo attraversato da grande paura, da aspirazioni deluse, da una costante incertezza sui propri percorsi di vita; da un mondo del lavoro che cambia rapidamente, nel quale spariscono lavori e ne nascono continuamente di nuovi; nel quale i percorsi di vita tradizionali sono sempre più difficili da realizzare e sempre più diversificati; nel quale i flussi migratori premono su un occidente che va impoverendosi e chiudendosi; nel quale il grande sogno dell’integrazione europea, che avrebbe dovuto condurci verso gli Stati Uniti d’Europa, è in crisi e rischia di fallire; nel quale l’interconnessione e il flusso di informazione costante rischia di far perdere la profondità e la dimensione delle cose. Di fronte a tutto questo, il PD non può né essere il cantore acritico del futuro verso cui ci muoviamo, né rifiutare a priori il cambiamenti pensando che si possa tornare in una dimensione passata. Avere con sé il senso e l’orgoglio della propria storia non significa lavorare per la restaurazione, ma capire quanto di vivo ci sia ancora, avere uno sguardo critico e curioso sul presente, accogliere e integrare i cambiamenti dentro una visione di sviluppo. Farsi carico delle paure non significa assecondarle o cedervi, ma essere credibili nel proporre soluzioni e ricette. Serve innanzitutto ridare centralità e dignità al ruolo della politica. Nel momento in cui il sistema democratico vive una profonda crisi nella sua capacità di governare i processi e mantenere la coesione sociale, essere democratici significa invece scommettere sulla possibilità dei cittadini di riprendere in mano le redini del proprio destino, di discernere e scegliere con consapevolezza, di esercitare compiutamente il diritto di voto e soprattutto di avere partiti guidati al proprio interno da sistemi democratici, che siano strumenti di elaborazione e rappresentanza. Per questo, serve che il PD recuperi il suo rapporto, in crisi da decenni, con quella parte di ceti popolari e con i mondi comunemente identificati come “periferie” che oggi non vedono in noi un riferimento o uno strumento di cambiamento. Non si tratta solo, come spesso superficialmente si dice, di andarci più spesso e di portarci dirigenti di Partito; si tratta di fare un lavoro più profondo, che da un lato si declina in una rinnovata capacità di ascolto e dialogo, dall’altro in un vero lavoro di apertura e coinvolgimento diretto. Centralità e dignità al ruolo della politica passa anche attraverso un recupero del sano orgoglio di Partito; l’umiltà di riconoscere i propri i limiti e i propri errori è un elemento di forza, da tenere insieme all’orgoglio di chi siamo e alla volontà di dimostrare e affermare quanto sia fondamentale il PD per la tenuta democratica del nostro paese e per la difesa fondante dei valori della nostra Costituzione. Serve ridare centralità ai diritti dell’individuo all’interno di una dimensione collettiva. Il diritto al lavoro, come accesso alla cittadinanza; i diritti civili, facendo propri i più avanzati pensieri del neoumanesimo e della centralità della persona umana e dei suoi bisogni. La società, la comunità, non può che essere la dimensione che consente all’individuo dare secondo le sue capacità e di ricevere secondo i suoi bisogni, di veder riconosciuti i propri meriti e di poter provare a realizzare i propri desideri. Le innovazioni che il nostro tempo porta con sé possono costituire una straordinaria opportunità o essere un terribile rischio; compito della politica è porre realtà come l’internet delle cose, la sharing economy, i big data, al servizio del miglioramento della vita di tutti, e non della ricchezza di pochi privilegiati a fronte dell’impoverimento di tantissimi. Il life long learning non può essere solo una necessità per sopravvivere in un mercato sempre più competitivo e ristretto, ma un fattore di crescita personale e una opportunità da darsi a tutti per poter fronteggiare meglio le difficoltà del nostro tempo. Reinventare reti di protezione che non scadano nell’assistenzialismo ma siamo le molle verso cui ripartire è il compito di una sinistra moderna, che non rinuncia ai suoi valori ma trova concretamente le modalità per attuarli. Infine, il sogno europeo. L’Europa è stata innanzitutto un grande progetto di pace. Un progetto che è quanto mai necessario oggi, per salvaguardare la pace e ridare sovranità ai popoli dei paesi occidentali, che oggi incidono sempre meno nei processi internazionali a causa della dimensione troppo piccola degli Stati, nonché della sovranità sempre più debole sul territorio nazionale che non riesce a regolare una economia sempre più globalizzata. L’Europa è il campo dentro cui costruire un futuro di pace e democrazia. Le prossime elezioni europee sono decisive, perché siamo al bivio tra dissoluzione e rilancio del progetto europeo: il nostro Partito deve essere protagonista in un quadro europeo di una larga alleanza che affronti i populisti tanto in Italia quanto in Europa e lo faccia non all’insegna della difesa dello status quo, nel quale gli egoismi nazionali e una debolezza e distanza delle istituzioni europee prevalgono, ma all’insegna di un cambiamento radicale, che faccia dell’integrazione dei diritti e della solidarietà tra popoli e paesi i fattori di un rinnovato patto europeo.

***

Questo, in sintesi, l’impegno da qui al prossimo congresso. Un impegno che si sostanzierà in un rapporto costante con i nostri iscritti, con i nostri segretari di circolo, i nostri amministratori e i nostri eletti; un rapporto che verrà tenuto da una Federazione provinciale rinnovata, con un gruppo dirigente autorevole e collaudato, capace di ascoltare, decidere e attuare; che sappia essere un punto di riferimento e un valido aiuto a quanti vogliono dare una mano. E che sappia essere il motore di un rinnovato rapporto tra PD e Brianza per costruire insieme un futuro migliore.



Lista della Brianza ovest
VINCENZO ALESSANDRO DI PAOLO TRADATE, 10/06/1988
CHIARA TAGLIABUE   GIUSSANO, 11/03/1991
MAURILIO ILDEFONSO LONGHIN CESANO MADERNO, 04/03/1956
MARTA SICURELLO    BOLLATE, 01/09/1992
ANDREA APOSTOLO   MONZA, 23/05/1985
BARBARA COLOMBO   MILANO, 30/08/1963
FRANCO POLPETTA   CAMPOLONGO MAGGIORE, 27/06/195
STEFANIA TERRANEO   CANTU’, 15/05/1974
ANTONIO MANDATO   SEREGNO, 30/11/1968
VALENTINA FUMAGALLI   SARONNO, 06/11/1962
VALTER RIVA     LISSONE, 18/08/1956
CRISTINA REDI    DESIO, 06/01/1978
LUCA MATTEO MINZONI   MONZA, 14/10/1993
MARIANGELA BOLETTIERI  SEREGNO, 17/03/1966
DAVIDE RIPAMONTI   MILANO, 23/11/1972
VALENTINA MASSARI   SEREGNO, 25/07/1984
IURI CATURELLI      GAVORRANO, 15/09/1961
MONICA PATRIZIO    MILANO, 06/08/1974
ANDREA BARELLA    GIUSSANO, 15/04/1989
GIULIANA RADICE    BOLLATE, 19/11/1973
WALTER MONTI    MONTEROSSO AL MARE, 01/01/1947
CHIARA CALDERONI   MONZA, 27/09/1994
FURIO CECCHETTI    MILANO, 23/11/1950
TIZIANA BASSO    NOVENTA DI PIAVE, 04/09/1961
MORENO DRAGO    DESIO, 10/10/1994
PIERA MARIA GAVIRAGHI   BARLASSINA, 21/0571967
THOMAS NISI    GARBAGNATE MILANESE, 23/10/1991
LUISA BERETTA    GIUSSANO, 17705/1976
RENATO COLOMBO   CARATE BRIANZA, 16/07/1943


Lista di Monza
CHERUBINA BERTOLA    MILANO, 17/10/1959
MARCO LAMPERTI    MONZA, 29/08/1987
ANNAMARIA BONANOMI  USMATE VELATE, 17/08/1950
PAOLO PILOTTO    VERONA, 13/06/1960
PAOLA BERNASCONI   MONZA, 19/04/1966
ENRICO AROSIO    MONZA, 10/0971952
CECILIA VENEZIANO   MONZA, 23/03/1987
ALESSANDRO MARIO VALTOLINA MONZA, 29/04/1970
MARIA GRAZIA ARTESANI   MONZA, 24/09/1955
ENRICO PANONTIN   MILANO, 11/01/1993
FRANCESCA DELL’AQUILA   MONZA, 27711/1977


Lista dell’Alta Brianza
MARIA ANTONIA MOLTENI   VEDUGGIO CON COLZANO, 09/09/1965
PAOLO SALA     CARATE BRIANZA, 06/10/1981
ANASTASIA CECCHETTI   CARATE BRIANZA, 18/10/1987
FABIO MARCO CASIRAGHI  LECCO, 21/12/1982
MARIELLA MUSCHIATO   DESIO, 31/12/1950
ANTONIO RISTALLO   EBOLI, 16/05/1958
CRISTINA COLOMBO   CARATE BRIANZA, 28/02/1972
EDOARDO ALBERTI   ERBA, 30/08/1967
MARIUCCIA BRUSA    DESIO, 16709/1952
PIERLUIGI ELLI    GIUSSANO, 06/12/1969
FEDERICA BAIO    MILANO, 22/01/1968
ELIO SPAGGIARI    MONZA, 30/04/1956
IRIDE FUNARI    GENOVA, 21/06/1965
SILVIO DAMONTI    MILANO, 06/01/1949
LISA ARCAINI    MONZA, 13/02/1995


Lista della Brianza Est
ROBERTO INVERNIZZI   VIMERCATE, 16/02/1970
MIRIAM PEREGO    MILANO, 25/03/1976
DANIELE ZANGHERI   RIMINI, 07/07/1962
LAURA VARISCO    MONZA, 13/02/1964
GIORGIO MONTI    VIMERCATE, 31/05/1986
FRANCESCA CRIPPA   VIMERCATE, 31/07/1985
FRANCESCO CEREDA   VIMERCATE, 02/04/1987
GIULIANA PANCIERI   AVEZZANO, 20/01/1953
GIACOMO BIFFI    VIMERCATE, 20/05/1989
EMANUELA FERONE   LIVORNO, 03/04/1952
CARLO ANDREA MARIA POLVARA MONZA, 22/07/1995
GRAZIELLA PEREGO   CARNATE, 16/07/1946
MICHELANGELO STUCCHI  VAPRIO D’ADDA, 06/05/1977
JAMILA ABOURI    VIMERCATE, 13/10/1982
CARLO ALBERTO SORMANI  MONZA, 22/03/1993
GIOVANNA DI PIETRANTONIO  BRUSCIANO, 09/09/1953
DARIO CAVAGNA    MILANO, 05/02/1978
MARIA ANTONIETTA LIVRAGHI  ORNAGO, 18/02/1958
LUCA SOLITO DE SOLIS   VIMERCATE, 25/06/1977
PAOLA MAFFEIS    CAPRIATE, 08/02/1951
MAURO ROSSI ESPAGNET  ROMA, 17/08/1952
VERA CANTÙ    MONZA, 23/09/1970
PIETRO BRAMBILLA   MILANO, 14/02/1977
VITTORIA GAUDIO    TARANTO, 14/08/1959
CLAUDIO MEREGALLI   MONZA, 09/02/1956

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