martedì 4 settembre 2018

Ora legale: un sondaggio pubblico in Europa, Italia? Non pervenuta

In Italia l'ora legale venne introdotta durante la prima guerra mondiale, nel 1916. Durante poco più di un secolo vennero introdotti numerosi cambiamenti, uno tra i più importanti fu quello del 1996 quando l'Unione europea uniformò il criterio di calcolo della data di inizio e di fine dell'ora legale in tutti i paese comunitari. Altre nazioni, tra i quali la Svizzera, si adeguarono al modello deciso dell'Unione europea.

Dal sito di Terna (nota 1) apprendiamo che nel 2015 questo meccanismo ha fatto risparmiare agli italiani (Cittadini, Imprese, Enti Pubblici, eccetera) circa 89.000.000 di euro poichè abbiamo usato, durante i mesi in cui era in vigore l'ora legale, 552 milioni di kilowattora in meno. Se immaginiamo che per produrre tutta questa energia avremmo utilizzato petrolio (le fonti rinnovabili sono sempre utilizzate al massimo ma sappiamo che l'energia elettrica può essere prodotta anche da altre fonti: nucleare, metano, carbone, eccetera) abbiamo risparmiato circa 47.400 tonnellate di petrolio (nota 2).

Da alcuni anni alcuni paesi, specialmente del nord europa, spingono per l'adozione dell'ora legale per tutto l'anno o comunque per il superamento del meccanismo del cambio dell'ora da solare a legale e viceversa. E anche in Italia moltissimi Cittadini non gradiscono l'attuale sistema.

Date le sollecitazioni di altri paesi l'Unione europea ha approvato un sondaggio online che si è tenuto tra il 4 luglio e il 16 agosto di quest'anno.
Nella pagina del sondaggio si potevano (e si possono) trovare informazioni utili per aiutare i Cittadini a decidere come votare: ad esempio nel punto "Salute" viene detto che l'ora legale stimola in estate le attività all'aperto. Però si evidenziavano anche gli aspetti negativi del cambiamento dell'ora sul nostro bioritmo.

A questo sondaggio hanno partecipato 4,6 milioni di europei e finora è stato il sondaggio online più partecipato della storia dell'Unione Europea.

Il risultato è stato chiarissimo: 84% degli europei vuole cambiare l'attuale sistema. Anche noi italiani abbiamo votato per il cambiamento dell'attuale sistema (66%). Solo Cipro e Grecia (due paesi mediterranei) hanno votato per mantenere il sistema attualmente in vigore (53% e 57% per il mantenimento).

Le nazioni che hanno partecipato maggiormente sono state la Germania con il 3,79% dei Cittadini che hanno partecipato al sondaggio, l'Austria 2,94% e il Lussemburgo 1,79%.
I tre paesi peggiori sono stati l'Italia e la Romania con lo 0,04% (ha votato solo un Cittadino italiano ogni 2.500 italiani elettori) e il Regno Unito con lo 0,02%.

Il confronto tra il 3,79% dei tedeschi che ha votato e lo 0,04% degli italiani è impietoso per noi.

Siamo sempre pronti a discutere e a protestare ma solo dopo che si prendono le decisioni. Questa amara considerazione vale per tutti, o quasi tutti. Compresi i partiti che avrebbero dovuto informarci: i principali partiti (PD, 5stelle, Lega, Forza Italia, eccetera) hanno deputati sia all'Europarlamento che nel nostro Parlamento: silenzio quasi assoluto su questo sondaggio.

Certo, ci sono problemi più grandi ed importanti. Ma toccava ai Cittadini decidere se "perdere tempo" o meno con questo sondaggio.
Su alcuni giornali (come il Corriere della Sera) la notizia è stata data. Anche alcuni (pochi) deputati hanno diffuso la notizia. Ma la comunicazione sul sondaggio è stata veramente scarsa in Italia. Com'è scarsa, in generale, l'informazione su ciò che avviene all'Europarlamento. Eppure circa l'80% delle nostre legge deriva da ciò che si discute all'Europarlamento o comunque nell'Unione europea: dal regolamento di Dublino (i migranti devono essere accolti nel paese di sbarco) alle etichette sui prodotti alimentari. Polemizziamo in Italia poi in Europa. Ma spesso gli stessi che polemizzano in Italia, votano a favore dei regolamenti dell'Unione europa che poi contestano in Italia. Come nel caso della Lega per il regolamento di Dublino, approvato durante un governo Berlusconi (Forza Italia e Lega Nord).


Roberto Fumagalli







Note
1) Fonte sito Terna http://www.terna.it/Default.aspx?TabId=1095&docid=61085&docType=TCAT-CS
2) Conversione: 1 tonnelleta equivalente di petrolio = 11.630 kilowattora

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