Nel 2002 il Comune di Seveso sigla una convenzione con una Società di fusti per salotti dove gli assegna del terreno in diritto di superficie per la costruzione del propria sede produttiva. A oggi il capannone non è ancora stato ultimato e quindi operativo, come stabilisce la convenzione stessa. Eppure la possibilità di arrivare a conclusione il Comune la concede con la modifica e proroga della convenzione per ben due volte dopo l'assegnazione del 2002, il 19-03-2012 e il 26-01-2018.
Il Pip (piano insediamenti produttivi) è un piano di zonizzazione la cui attuazione si fonda sull'individuazione di un'area urbanisticamente ritenuta idonea per insediamenti di capannoni per la piccola impresa. Le caratteristiche del PIP è quella di essere strumento di promozione e incentivazione, esso stesso fonte di nuove istanze imprenditoriali, per questo ciò non esclude l'obbligo di un'adeguata motivazione, a carico dell'Amministrazione di una corretta analisi, attraverso uno studio sullo sviluppo economico in ragione di principi di ragionevolezza e buona amministrazione, verifica dei fabbisogni a giustificazione per poi espropriare i terreni per consentire gl'insediamenti previsti.
Avviene quindi un trasferimento di ricchezza dal proprietario espropriato all'assegnatario, ecco perchè il sacrificio può essere imposto solo sulla base di un interesse generale la cui sussistenza deve essere adeguatamente istruita e gestita dall'Amministrazione Comunale.
In data 05 Dicembre 2019 il dirigente dell'Area Territorio del Comune di Seveso comunica alla società inadempiente l'avvio del procedimento di decadenza della concessione del diritto di superficie sull'area del Pip e la risoluzione della Convenzione. Ovviamente le parti hanno risposto con controdeduzioni dei propri legali e diversa corrispondenza c'è stata, ma il procedimento di fatto dal Dicembre 2019 è arenato. Diverse sono state le sollecitazioni da parte del gruppo consigliare PD e Lista Civica per la definizione del procedimento. Ora interveniamo con questo documento trasmesso anche al Prefetto perché il procedimento venga definito nella sede propria del Consiglio Comunale.
Ci rendiamo conto della complessità della questione. La stessa intercetta principi da rispettare e pesi economici da valutare e considerare con cura. Il tempo trascorso dal 2002 a oggi, ben 18 anni e gli attori coinvolti e le responsabilità esplicitate e/o sottaciute. In tutto questo non possiamo esimerci da far notare che un'Assessore dell'attuale Giunta Municipale è la figlia di uno dei soci della società inadempiente.
Esposizione sintetica ma corretta.
RispondiEliminaUna storia lunga quasi due decenni in cui quello spazio poteva essere produttivo. Una risorsa della collettivita’ affidata a operatori privati che non hanno saputo farla fruttare.
Esposizione sintetica ma corretta.
RispondiEliminaUna storia lunga quasi due decenni in cui quello spazio poteva essere produttivo. Una risorsa della collettivita’ affidata a operatori privati che non hanno saputo farla fruttare.