lunedì 13 maggio 2019

NEL CAMPO AMBIENTALE EUROPEO

Sala Civica di Via S Pellico piena di pubblico venerdì 10 maggio ad ascoltare l'On Chiara Braga della Comm Ambiente della Camera dei Deputati per il PD.
L'On ha esordito citando la recente inaugurazione d'intervento ambientale a carattere sovracomunale che ha significato un bell'esempio di "responsabilità collettiva" come l'impianto di laminazione del torrente Lura

In fondo l'Europa è proprio questo un'ampia responsabilità collettiva.

Solo il recepimento delle direttive Eropee in campo ambientale ci ha consentito di essere un Paese moderno e in grado di affrontare le sfide globali in campo ambientale.

Un percorso lungo, impegnativo e che ci ha obbligato a cambi d'impostazione non da poco e in continua evoluzione e aggiornamento.  Ma non c'è dubbio che senza l'Europa il nostro sarebbe un Paese indubbiamente arretrato in materia ambientale.  Dobbiamo difendere l'Europa anzi migliorarla e rafforzarla anche perchè nessun Paese da solo  può affrontare problemi ambientali globali come il clima , la qualità e la carenza dell'acqua, la qualità dell'aria  e la riqualificazione paesaggistica.

L'On Braga ha ricordato nel suo intervento Alexander Langer uno dei padri del movimento ambientalista Europeo.

Infine ha ricordato come le scelte del Governo GialloVerde ci stanno spingendo ai margini della questione ambientale:
"I milioni di giovani che insieme a Greta Thunberg lo scorso 15 marzo hanno manifestato per chiedere ai grandi del mondo politiche più coraggiose e coerenti per contrastare i mutamenti climatici rappresentano la più potente espressione politica del nostro tempo. Una reale spinta dal basso – non solo mediatica – per chiedere e costruire un’economia più responsabile e una società davvero sostenibile.
Sull’onda delle manifestazioni ambientaliste del movimento studentesco Fridays for Future e di Extinction Rebellion, in questi giorni alcuni Stati membri hanno sottoposto al Consiglio Europeo, in corso a Sibiu in Romania, un documento in cui chiedono un’azione più risoluta e radicale per contrastare il cambiamento climatico. L’Italia però non è tra questi: il nostro Paese rappresentato dal premier Conte non ha firmato l’appello che chiede all’Unione europea di azzerare le emissioni di gas serra entro 2050. Una scelta sbagliata e antistorica, che danneggia l’Europa e l’Italia."

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